L'hanno già ribattezzata la "madre di tutte le
proteste". L'hanno chiamata così perchè contano di portare in
piazza cinquantamila persone. Sì, adesso, è ufficiale: sabato
prossimo è la giornata della mobilitazione nazionale col corteo che
attraverserà le vie della città. La decisione è stata assunta dal
"movimento dei movimenti", al termine dell'assemblea che s'è
tenuta ieri sera. Il comitato cittadino (Social forum, partiti,
associazioni, sindacati, singoli cittadini) ha varato l'articolato
programma che prevede per venerdì pomeriggio la convocazione, all'Unical,
degli stati generali del "movimento dei movimenti" su:
giustizia, lotte sociali e "questione meridionale".
Un'assemblea che sarà accompagnata da mostre fotografiche. In serata,
saranno organizzate feste di piazza nella città vecchia con musica e
teatro di strada, in collaborazione con l'amministrazione comunale.
Sabato, poi, di pomeriggio, il corteo con raduno, intorno alle 15, a
Vaglio Lise. Il percorso non è stato ancora ufficializzato. Ci
sarebbe, tuttavia, un itinerario proposto dal Comune e che
prevederebbe: partenza da Vaglio Lise, sopraelevata, piazza Europa,
viale della repubblica, Oasi Francescana, piazza Riforma, corso
Umberto, piazza dei Bruzi, corso Mazzini e piazza Fera. Sul palco,
dopo gl'interventi previsti, sono in programma esibizioni musicali dei
gruppi. Alla manifestazione nazionale sono attesi l'onorevole Pisapia
di Rifondazione comunista, il suo collega Cento dei Verdi, i leader,
del social forum, Agnoletto, delle "tute bianche" Casarini,
e, poi, don Vitaliano della Sala, Bolini dell'Arci, Giuliano Giuliani,
il genitore di Carlo Giuliani, Cremaschi della Fiom. Con loro, ci
saranno anche i diessini della Federazione provinciale che hanno
rinunciato a partecipare alla manifestazione di Bari dell'Ulivo contro
la Finanziaria. Carlo Guccione ha motivato così la decisione:
"Si tratta di una scelta politica che abbiamo fatto proprio per
scendere in difesa della democrazia e della libertà".
Reazione all'arresto dei no-global.
Il presidente diocesano di "Azione Cattolica", Giovanni
Serra, intervenendo nel convegno "Neoliberismo e dottrina sociale
della Chiesa", si è occupato dell'arresto dei no-global. Lo ha
fatto a titolo personale, in quanto con le sue dichiarazioni non ha
inteso coinvolgere l'associazione. "Si tratta di una situazione
che ha creato scalpore, ma anche stupore e, in qualche caso,
sconcerto. Io ritengo che la funzione della magistratura e delle forze
dell'ordine debba essere sempre apprezzata e difesa, in quanto
rappresenta, per il nostro Paese, una garanzia di salvaguardia dei
diritti e delle libertà di tutti i cittadini. Devo dire, però, che
qualcosa, in questa circostanza, lascia effettivamente sorpresi. Come
presidente diocesano dell'Azione Cattolica non posso non ricordare che
con alcune delle persone oggi arrestate si è sviluppato, nei mesi
scorsi, un proficuo confronto, a partire dalla esperienza comune di
promozione della significativa iniziativa denominata "Fiera
InMensa", realizzata nel marzo scorso. Ricordo a tutti che si è
trattato di una iniziativa di servizio nei confronti di centinaia di
immigrati presenti in città per la fiera di San Giuseppe, che ha
visto impegnati i nostri gruppi parrocchiali, con centinaia di
volontari, la Caritas diocesana, le associazioni cattoliche e laiche,
in un clima di grande dialogo e collaborazione. Ricordo, inoltre, che
con le stesse persone, nel mese di aprile, è stato possibile
realizzare - proprio nel quadro dei "Percorsi Ecclesiali di
Dottrina Sociale" - un riuscitissimo convegno su "Globalizzazione
e stili di vita", che ha avuto grande risonanza nella società
locale. Con loro era anche in corso una riflessione sulla promozione
di una iniziativa nelle scuole per la sensibilizzazione sul tema dei
rifugiati. Che le stesse persone che hanno dimostrato di spendere con
coraggio ed umiltà il loro tempo in favore dei poveri della nostra
città possano essere anche promotori di gruppi e di azioni eversive a
me viene difficile crederlo. Per questa ragione, ritengo necessario
lanciare un appello alla magistratura cosentina, che ha promosso le
indagini e che ha nelle sue fila esempi luminosi di professionalità e
indipendenza, affinchè presto si faccia piena luce sulla vicenda. Non
abbiamo certo bisogno di occasioni che creino un clima di sospetto o
di sfiducia verso le isituzioni, nè ritengo che sia utile che ad
alcuno venga dato il pretesto per dire che affrontare in pubblico temi
come la globalizzazione o il liberismo economico sia di per sè
elemento di eversione dell'ordinamento statale. Come Chiesa, non
spetta a noi emettere sentenze; è nostra, invece, la responsabilità
di formare coscienze cristiane mature, consapevoli dei problemi e
pronte a spendersi per il servizio all'uomo". Il leader regionale
dei Comunisti italiani, Luigi De Paola, ha, invece, scritto:
"L'azione repressiva e l'arresto dei no-global di Cosenza e di
altre città del sud non è altro che il tentativo di negare, in
prospettiva, la libertà d'opinione ed il diritto al dissenso. Le
tante iniziative militanti di solidarietà che si stanno svolgendo in
questi giorni evidenziano, senz'ombra di dubbio, che mai nesuno si
ritroverà solo contro le ingiustizie e che fino a quando ci sarà una
sola persona che soffre nessuno si potrà sentire libero ed insieme
saremo come un fiume in piena alla ricerca della libertà e
dell'uguaglianza. Anch'io, come tanti altri, mi sento con orgoglio
"responsabile" di lottare per una società senza ricchi e
senza poveri, in cui ognuno possa esprimere e sostenere liberamente le
proprie idee". E solidarietà agl'indagati arriva, pure, dal
consigliere regionale e dal segretario provinciale dello stesso
partito, Michelangelo Tripodi ed Enzo Infantino.