La Pace nelle nostre mani: non solo utopia! |
E'
partita il 5 settembre da Verona, per concludersi il 15 settembre a
Bologna, la Carovana del Giubileo
degli Oppressi II
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Guerra all'Iraq: «Immorale e illegale»
Appello del Giubileo degli Oppressi 2002 - Da
firmare e inviare al Presidente del Consiglio / Ministro degli Esteri Sembra che
la politica della "guerra infinita" continui il suo valzer verso un
nuovo obbiettivo: l'Iraq. Il vicepresidente Usa Dick Cheney in un pesante
discorso pronunciato a Nashville (Tennessee, Usa) ha detto: «Il regime iracheno
si è molto dedicato a potenziare le sue capacità nel campo delle armi chimiche
e batteriologiche, e continua ad attuare il programma nucleare che ha iniziato
diversi anni fa». Ha poi aggiunto: «Molti di noi sono convinti che Saddam
Hussein acquisterà armi nucleari molto presto». Ha poi concluso: «Prenderemo
qualsiasi contromisura necessaria per difendere la nostra libertà e la nostra
sicurezza». Questo discorso è stato ritenuto da molti come l'effettiva
posizione dell'amministrazione Bush. Se questo è vero, siamo sul piede di
guerra. È di una gravità estrema. Dopo l'Afghanistan. è il turno dell'Iraq,
già martoriato da una guerra, continuamente bombardato, prostrato dalle
sanzioni, pagate soprattutto da donne e bambini (si stima che 250 bambini
muoiano ogni giorno a causa dell'embargo). Non meno gravi le conseguenze
dell'utilizzo delle bombe all'uranio impoverito, che potrebbe far sì, come
afferma Stefano Salvi ("L'informazione deviata", Zelig, 2002), che nei
prossimi cinque anni il 48 per cento della popolazione irachena venga a «contrarre»
il cancro (si tratta di oltre 9 milioni di persone). Non siamo certo qui a
difendere Saddam Hussein e la sua cricca, una delle peggiori dittature sulla
faccia della terra. Ci sta a cuore un intero popolo, che ora dovrà sorbirsi
un'altra guerra spaventosa. A questa gli Stati Uniti si stanno preparando con
200mila uomini in armi e uno stanziamento di 60 miliardi di dollari. Come al
solito, le vittime saranno, nella stragrande maggioranza, civili. In profonda
sintonia con quanto affermato dall'organizzazione cattolica Pax Christi
Internazionale e da Pax Christi Italia nella dichiarazione "fermare la
macchina da guerra", e da altri gruppi religiosi, vogliamo anche noi
affermare che: l'Iraq non costituisce una minaccia contro di noi, per cui
attaccarlo sarebbe un atto di aggressione; sarà la popolazione civile, già così
provata, a pagare la guerra contro il regime di Saddam (sarebbe come combattere
la mafia bombardando Palermo); la guerra avrebbe ripercussioni ambientali
paurose, in un momento in cui l'ecosistema mondiale è in difficoltà; c'è il
pericolo reale dell'uso di armi nucleari, dato che gli Usa affermano che
utilizzerebbero l'atomica ovunque i loro interessi vitali fossero minacciati.
Perciò noi, con fermezza e senza riserve, bolliamo come immorale e illegale
una guerra contro l'Iraq.
Un attacco non provocato tradirebbe: la nostra Costituzione, che all'articolo 11
non ammette la guerra come strumento di offesa; per i cristiani, i principi
evangelici ed etici che stanno al cuore della loro fede.
Invece dell'azione militare crediamo che deve essere tentata: ogni via
diplomatica, ogni opportunità per negoziare, ogni richiamo alla moderazione,
privilegiando come canale l'Onu. (Sarebbe anche l'ora di finirla con le sanzioni
contro l'Iraq).
Ci ritroviamo in pieno accordo con quanto afferma Pax Christi Internazionale
nella succitata dichiarazione - firmata anche dall'arcivescovo di Canterbury,
Rowan Williams, capo della chiesa anglicana - che qualifica l'attacco all'Iraq
come «immorale e illegale. È vergognoso che le nazioni più potenti del mondo
continuino a giudicare la guerra e la minaccia di guerra come strumento
accettabile di politica estera, in violazione dell'ethos tanto delle Nazioni
Unite quanto della morale cristiana».
5 settembre 2002
Stampa, firma e spedisci l'appello:
al Presidente del Consiglio e Ministro degli Esteri
Silvio Berlusconi
Piazza Colonna, 370 - 00186 Roma - fax 06 67793543
ai Deputati e Senatori della tua Circoscrizione/Collegio
Informationguerrilla,
Kontrokultura, Peacelink,
Campagna Italiana contro
le mine ; » Approfondimento: © Dossier
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