Il fantasma di una nuova destra violenta e totalitaria si aggira per l'Europa: accade in Spagna, in Francia, in Inghilterra, in Germania, in Belgio, in Austria, in Italia, nei Balcani, in Ungheria, nel Baltico, in Russia. È una destra sociale, è una società di destra, è una eversione sociale. E' un'Europa di destra. Essa ha sfumature diverse, preminenze diverse: di regionalismo in Belgio e nel nord Italia, di nazionalismo in Francia e in Austria, di aperto razzismo nel Baltico, in Germania, in Inghilterra. Questa nuova destra è eversiva, benché spesso usi anche gli strumenti e le forme della democrazia rappresentativa. E' già accaduto così. Essa appartiene per intero - per tradizioni, riferimenti, storia - alle ideologie del fascismo, del nazismo, del franchismo e alle variazioni sul tema che il novecento europeo ha già elaborato, conosciuto e vissuto. Come accadde per quelli, non v'è un disegno comune: le contingenze del proprio territorio e della propria storia nazionale hanno la prevalenza: vi sono rimandi, intrecci, reciproche conferme di successi e di poter osare di più, ma nessuna pianificazione comune d'insorgenza. A volte attriti superficiali anche, che non contano nulla. Il vento che la sospinge sta in una spinta reazionaria, "a destra", di classi sociali, ceti, elités, poteri forti e micropoteri, apparati, idee e opinioni diffuse nell'Europa intera. Sta in una risposta difensiva e aggressiva di fronte ai carichi della globalizzazione economica e politica, dell'Impero, dello strapotere degli Stati uniti, della costituzione dello spazio europeo. Di fronte all'emergere di nuovi conflitti, nuovi diritti, nuovi soggetti. È una destra sociale, è una società di destra, è una eversione sociale. E' un'Europa di destra. La sua spinta eversiva è più larga delle forme istituzionali assunte dalla destra conservatrice, benché spesso con questa si veicoli. Le sue rappresentazioni politiche sono ancora minoritarie e talvolta ridicole. Ma questo non rassicura per nulla: così è sempre stato, all'inizio. Questa nuova destra eversiva si colloca a fianco o dentro la destra istituzionale. Essa alligna in paesi governati dal centro-destra e dal centro-sinistra, senza preferenze. Negli uni e negli altri ha goduto della progressiva eliminazione di alcuni "tabù" che relegavano nella marginalità, nel sottobosco, nella periferia, argomentazioni, simboli, bandiere. Non v'è alcun filo organizzativo diretto tra destra sociale eversiva e destra conservatrice politica e talvolta una distanza aperta e limpida: nonostante questo, il confronto con gli "umori" sociali e i calcoli della politica hanno portato o possono portare a collaborazioni strette, quando non a vere e proprie alleanze e patti. Ciò che accomuna le destre non sono le "fonti" né gli "strumenti" ma l'elencazione dei problemi. E le risposte. Vi è in Europa una evidente crisi della democrazia rappresentativa...[continua] da www.nonluoghi.it |