Diritti, giustizia e G8:
l'Italia denunciata dall'Europarlamento
La repressione delle manifestazioni al G8 di Genova, il conflitto di
interessi, i processi lumaca sono i campi nei quali quali l'Italia è stata
denunciata mercoledì a Strasburgo dall'Europarlamento nella relazione annuale
sullo stato dei diritti umani.
«Le sospensioni dei diritti umani avvenute durante le manifestazioni pubbliche
e in particolare in occasione della riunione del G8 a Genova» sono deplorate
nell'articolo 28 della risoluzione. In un emendamento adottato per iniziativa
del Pse, inoltre, l'Europarlamento afferma che «per quanto riguarda i disordini
di Genova, continuerà ad accordare particolare attenzione al seguito delle
indagini amministrative avviate in Italia per avvertare se in tale occasione si
sia ricorsi a trattamenti o punizioni disumane o degradanti».
Il parlamento europeo nel comma 39 bis del documento si dichiara «preoccupato
per la situazione in Italia dove gran parte dei media e del mercato della
pubblicità è controllato - in forme diverse - dalla stessa persona» e «ricorda
che una tale situazione potrebbe costituire una grave violazione dei diritti
fondamentali a norma dell'articolo 7 del trattato Ue modificato dal trattato di
Nizza».
Al comma 132 invece l'aula esprime «apprensione per il grandissimo numero di
casi in cui la corte europea dei diritti umani ha constatato la violazione da
parte dell'Italia del diritto a un termine ragionevole» nello svolgimento dei
processi. Sottolineando come questa tendenza nuocia alla fiducia nello stato di
diritto», l'Europarlamento, che ha chiesto «all'Italia di adottare tutte le
misure necessarie per garantire procedimenti attuati per tempo e equamente».
Nel paragrafo successivo l'Europarlamento esprime «grande preoccupazione per il
clima di impunità che sta sorgendo in alcuni stati membri dell'Ue»; oltre
all'Italia vengono citate Ausria, Belgio, Francia, Portogallo, Svezia e Regno
Unito, paesi in cui gli atti illeciti e l'abuso della violenza da parte degli
agenti di polizia e del personale carcerario, soprattutto nei confronti dei
richiedenti l'asilo, dei profughi e delle persone aderenti a minoranze etniche,
non vengono adeguatamente sanzionati.
Il documento sullo stato dei diritti umani nell'Ue, contro il quale si erano
pronunciati il Ppe e l'eurodestra, è stato adottato dalla plenaria con cinque
voti di scarto (274 a favore, 269 contrari e 14 astensioni) per iniziativa della
relatrice socialista olandese Joke Swiebel.
Grande interesse è stato suscitato, tra le altre, dalle richieste
dell'Europarlamento ai paesi Ue di riconoscere le relazioni non matrimoniali
anche «fra persone dello stesso sesso» e di «connettervi gli stessi diritti
che al matrimonio».
L'assemblea europea ha invece bocciato - con 279 voti contrari, 259 a favore e
20 astenuti - un'altra proposta che chiedeva ai paesi membri di «consentire il
matrimonio fra persone dello stesso sesso». Per ora il matrimonio fra
omosessuali è consentito solo in Olanda.